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Graziella De Palo č una giovane giornalista innamorata della giustizia quando il 2 settembre 1980 scompare a Beirut assieme al collega Italo Toni. Dovevano visitare dei campi profughi al confine con la Palestina, ma seguivano in realtŕ una pista sul traffico d'armi intrecciata con le vicende del terrorismo, delle stragi e con parecchi misteri della politica italiana e internazionale dell'epoca. Di loro non si č saputo piů nulla. Han van Meegeren č un pittore olandese di scarsa fortuna, noto e dileggiato per le sue rose grigie, quando accetta da un uomo in nero un incarico bizzarro: dipingere un Giudizio Universale in una cappella battuta dal vento sulla cima di un colle italiano. Purché sia un Giudizio di Vermeer. Suo, ma di Vermeer. Chi č l'uomo in nero che si fa chiamare semplicemente Acca? E perché gli chiede di diventare un falsario, come di fatto accadrŕ? Dora, la voce narrante di questo romanzo, č cresciuta insieme a Graziella. "Eravamo di quelle amiche che sono sempre insieme, che non riescono a stare lontane neanche per un pomeriggio. E invece ci siamo allontanate, e quando ci siamo allontanate lei č morta. E la sua storia, il modo in cui č morta, č talmente assurda che se la raccontassi non ci crederebbe nessuno. Cosě ho cominciato a scriverne un'altra, che č davvero assurda, ma se un romanzo č assurdo tutti ci credono. La realtŕ invece non interessa a nessuno". Due romanzi in uno, una doppia vicenda nata da un dolore mai sopito che mescola fatti reali e invenzione, memoria di un'amicizia e mito, ed elaborata con l'abilitŕ di chi da sempre cerca e trova nella narrazione propria e altrui una profonda ragione di vita. Perché "noi volevamo essere ingannate, tutte e due: Graziella dalla ricerca della veritŕ, io dalla ricerca della finzione, che č parente stretta del falso anche se si chiama letteratura".